Lo spirito di un barcàro
Ascoltare i racconti di Riccardo Cappellozza è sempre una grande emozione.
Ancora oggi Riccardo sa incantare bambini e adulti con le sue storie da barcàro.
Storie di vita, profonde, faticose e purtroppo ormai lontane.
Storie che fanno venire un nodo in gola, non solo a chi le racconta, per la nostalgia, ma anche a chi le ascolta, perchè la forza di quelle parole, di quelle fatiche vissute, non può non entrare nel cuore.
E come dice lui:
Lo spirito di un barcàro che si posa sulle vele non farà mai bonaccia. Questo è il mio motto incarnatosi dal primo giorno come mozzo sulla barca di mio padre Adriano.
La mente d’un barcaro non riposa mai; essa naviga anche quando la barca è ancorata, ormeggiata a riva. Pensando al prossimo carico, al prossimo viaggio, al prossimo arrivo, al tempo che trovi, agli ostacoli che ti si presenteranno e devi superare. Per arrivare, scaricare, ripartire… e sempre navigare.
Incontrare, conoscere, arricchire la tua esperienza con i tuoi occhi, riempire la tua mente di tanta bellezza, da sentirti molto ricco e appagato dalla vita.
da “Zingari d’acqua. L’epopea dei barcari della bassa pianura Padana nella vicenda di un vecchio navigante” di Michele Mainardi
Concludiamo con le parole tratte da una poesia di Luciano Rosada:
Fra le do rive
Co te fè
el primo respiro
de la to vita,
ʃa te sì montà so na barca.
L’ultimo te lo fè
ne la riva de là,
sì parchè
tra el nassare e morire
no te resta che…
navegare, navegare.
Amigo!
Te n’èto inacorto
che te sì in me ʃ o al canale?
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