La conca di navigazione di Battaglia Terme

Ingresso di valle della conca di navigazione, con lavori di allargamento del canale Rialto (1922)

Per molti secoli il materiale proveniente dai Colli è stato trasportato fino alla laguna di Venezia, al Po e all’Adige su enormi barconi, i burci (burchi), attraverso le vie fluviali, vere e proprie strade d’acqua. Fino a inizio ‘900, le merci trasportate, una volta giunte nel paese di Battaglia Terme, dovevano essere trasbordate da un barcone all’altro perché non esisteva una via di collegamento tra il canale Battaglia e il canale di Sotto (Sottobattaglia/Vigenzone). Vista la mole del traffico commerciale fluviale in continua crescita nell’Ottocento e la scomodità dei trasbordi che occupavano anche intere giornate, si sentì l’esigenza di costruire una conca di navigazione, una sorta di ascensore fluviale a disposizione dei barcari.

Le porte a valle della Conca di Navigazione viste dall’interno, a bordo di una barca tradizionale a remi del Circolo Remiero “El Bisato” di Battaglia Terme.

L’idea di collegare canali alti con quelli bassi è una necessità che viene finalmente affrontata nel 1900, con la soluzione trovata dalla commissione ministeriale, all’epoca presieduta dal deputato Leone Romanin Jacur, padovano di nascita. La commissione propose la realizzazione di una triconca, cioè una conca con tre bacini e ben quattro ordini di porte. L’obiettivo era collegare il canale Battaglia con il canale Rialto che sfocia nel Sottobattaglia/Vigenzone, proprio di fronte al Museo della Navigazione Fluviale. Il progettista Umberto Lunghini del Genio Civile di Padova sfruttò le sue esperienze all’estero e, nel 1917, propone un’opera ad un solo bacino. Il progetto, già redatto e approvato, si scontra purtroppo con la crisi politica ed economica derivante dagli strascichi della Grande Guerra. Ed a completare la corsa ad ostacoli, che sembra terminare con una rovinosa caduta, entra in campo anche l’aspetto geologico, trovando nel sito proposto per la costruzione un terreno dalla consistenza insufficiente.

Eppure, superate le iniziali difficoltà la realizzazione della conca si conclude nel 1923, assicurando il collegamento tra i canali e risultando inoltre, per le proprie particolari caratteristiche, un manufatto di alta ingegneria idraulica. Questo determinato non solo dai materiali utilizzati (il calcestruzzo armato non era ancora un materiale di uso diffuso) ma anche perché permette alle imbarcazioni di superare una caduta d’acqua che può arrivare a 7,40 metri. Inoltre, caratteristiche sono le porte “vinciane”, movimentate dalla sola pressione dell’acqua che crea aria compressa, senza l’ausilio di motori elettrici nonostante la loro imponenza: le porte a monte hanno un’altezza di 6,10 metri e un peso di 14 tonnellate, mentre quelle a valle sono alte 10,60 metri e pesano 30 tonnellate.

Nonostante il rallentamento della realizzazione dell’opera dovuto alla Grande Guerra, la conca di Battaglia Terme fu inaugurata da Benito Mussolini nell’estate del 1923, che per l’occasione salì a bordo di un burcio addobbato a bucintoro veneziano, dove a farne da scorta comparivano numerose imbarcazioni a remi della Rari Nantes e della Canottieri Padova. La conca divenne un ottimo cavallo di battaglia per gli scopi propagandistici del partito, poiché risultava in perfetta sintonia con la filosofia fascista di “domare le acque selvagge per farne strumento di produzione”.

Modellino della Conca di navigazione di Battaglia Terme esposto al Museo della Navigazione Fluviale.

Così Riccardo Cappellozza, fondatore del Museo della Navigazione Fluviale, parla della conca di Battaglia Terme:

Èco, qua go ‘sta sàêa, quésto śe el modelìno déa cónca di navigazione che gavémo qua a Battaglia. Quésta śe ùnica in Europa, adiritùra par far ‘sta cónca qua… védito quésta śe êa cónca, non abbiamo spazio lungo per far… parché ai primi del Novecento no ti fasévi una salita di sète mètri e quaranta in un solo cratere, te alsàvi tre mètri e dòpo… cóme a Pavia, insóma, no? Ma qua no ghe jèra lo spazio e no i savéva come farla. Aêóra l’ingegnere che… i śe partì-i e i śe ‘ndà a Panama e dai studi che i ga rilevà vardàndo el canàl de Panama i śe riusì-i a fare… tanto più che quésta śe un’opera di grandissima ingegneria, altissima ingegneria… uno, do, tre e ‘na quatro, con quéste manovè-e qua funsionàva tuta êa crica; se rienpìva, se śvodàva, se verśéva e pòrte, se seràva. Aêóra ti te pénsi che gavéimo tute quante dé-e vasche gaegiànti che verśéva, spazàva aqua, insóma jèra ‘na còśa straordinària de quel’època. Pénsa che el progèto jèra del 1909, dòpo, spetàndo i studi, śe rivà che śe scopià êa guèra del quindici diciotto, bón. Ma al diciannove i ga cominsià sùbito êa cónca, i ga ripréśo. Di conseguenza nel ventuno êa cónca jèra terminà. Nel ventitrè śe vegnùo Benito Musoìni a inauguràrla. Vól dir che jèra ‘na ròba inportànte, insóma.

Tratto da: Zingari d’acqua. L’epopea dei barcari della bassa pianura Padana nella vicenda di un vecchio navigante di Michele Mainardi

Nonostante il manufatto permise una sorta di via brevis che accelerò il traffico fluviale verso Venezia, la conca vide transitare l’ultimo burcio verso la fine degli anni ’60. Il trasporto su gomma stava rapidamente sostituendo quello via acqua, che non fu più incentivato e sostenuto dallo Stato.

La conca rimane abbandonata fino al 1998 anno della seconda inaugurazione, dopo il restauro attuato dal Genio civile di Padova. Da allora però gli investimenti per la pulizia dei corsi d’acqua, in particolare il Rialto/Vigenzone scarseggiano e la navigazione in quei tratti non è più stata possibile.

Dal 2019, anno del ventennale del Museo della Navigazione Fluviale, il collegamento assume una maggiore valenza turistica grazie alle pulizie organizzate e finanziate dall’associazione TVB – Traditional Venetian Boats (presieduta da Maurizio Ulliana) che ha in gestione il Museo e da Rudy Toninato, imprenditore della navigazione fluviale e socio di TVB. Grazie a questo intervento di pulizia, oggi è possibile arrivare al Museo dei barcari in barca, dopo aver attraversato la conca e il salto d’acqua di oltre 7 metri: un’esperienza suggestiva e che difficilmente si può dimenticare.

Le porte a monte della Conca di Navigazione viste dall’interno, a bordo della Sant’Agostino (Rudy Toninato – Delta Tour Navigazione Turistica/Antiche vie di navigazione) durante il riempimento del cratere.

Fonti: Zingari d’acqua. L’epopea dei barcari della bassa pianura Padana nella vicenda di un vecchio navigante di Michele Mainardi, Andar per acque -Da Padova ai Colli Euganei lungo i Navigli di Piergiovanni Zanetti, e il blog culturale https://battagliatermestoria.altervista.org/