Il Grand Tour di voga alla veneta “Le vie d’acqua dei Barcari”

Pubblicato da museonavigazione il

Anello dei Barcari 2019.

Tra le iniziative organizzate nel 2019, per celebrare i 20 anni del nostro Museo della Navigazione Fluviale, la più “barcara” è senza dubbio il Grand Tour di voga alla veneta “Le vie d’acqua dei Barcari“.

Il percorso, ideato per questa edizione, è un anello, di circa 180 chilometri, con porto di partenza e arrivo finale ovviamente Battaglia Terme.

Il programma, diviso in due fasi (con la seconda in corso di svolgimento), prevedeva di raggiungere, su imbarcazioni a remi di voga alla veneta, in più tappe, Venezia, in occasione della Regata Storica, domenica primo settembre, e di rientrare, con comodo, successivamente.

La prima parte, quindi, si è conclusa (la conclusione finale è prevista nei prossimi giorni, ma senza vincoli temporali).

E’ stata impiegata la Gondola “Contarini” dell’associazione TVB, che gestisce il Museo. La gondola, un tempo in servizio a Venezia, è stata recuperata e restaurata dall’associazione in occasione dell’Expo 2015. Si tratta di un raro esemplare, costruita circa cinquantanni fa.

A bordo, quali gondolieri, hanno partecipato Maurizio Ulliana, presidente di TVB, e due ospiti inglesi, Richard Bailey e Piero Bortoli, di Oxford, entrambi esperti vogatori di voga alla veneta, tecnica che si pratica anche sul fiume Tamigi, a Oxford appunto, dove esiste un circolo di appassionati (City Barge Venetian rowing club). E’ la dimensione internazionale della voga alla veneta e del nostro Museo.

Lungo il percorso si sono uniti e hanno collaborato diversi vogatori e realtà associative. A tutti quanti va il nostro speciale ringraziamento.

A Battaglia Terme è intervenuto il Circolo Remiero El Bisato, poi a Chioggia la Polisportiva dei Salesiani, quindi a Pellestrina il Gruppo remiero di Portosecco e la remiera di Pellestrina.

A Venezia la Gondola è stata ospitata dall’associazione della campionessa del remo Gloria Rogliani, e si è unito come quarto remo “peota” (espertissimo dei rii e della laguna) il veneziano PierPaolo Toffano.

Il Tour è iniziato martedì 27 agosto, con il prologo sul Canale Battaglia, raggiungendo Monselice e rientrando a Battaglia (alloggiando all’Hotel Residence “Nuova Regina” di Battaglia Terme).

Il giorno dopo, mercoledì 28 agosto, passati la conca di Battaglia, i moderni argonauti sono “salpati” dalla banchina del Museo, non prima di una visita ed uno speciale incontro con il fondatore del Museo, Riccardo Cappellozza.

A favore di corrente hanno navigato il canale Vingenzone, poi Cagnola, quindi Pontelongo, cioè il ramo finale del fiume Bacchiglione.

Le prime pause sono state Bovolenta e Pontelongo. La prima sosta serale a Corezzola, nel locale albergo “la Corte”. La Gondola è stata ormeggiata al pontile comunale.

Nuova tratta nella giornata del 29. Dopo una sosta a Ca’ Bianca, confluiti dal Bacchiglione nel Brenta, passata la conca di Brondolo ed attraversata la laguna di Lusenzo, si è raggiunta Chioggia.

Per esigenze logistiche si è pernottati due notti all’ostello “Domus Clugiae”, ma già il 30 la Gondola è stata vogata per un rimessaggio fino a Portosecco (sull’isola di Pellestrina). Il 31, raggiunto Portosecco con il vaporetto da Chioggia, ripresa la gondola, è stata compiuta la traversata fino a Venezia. L’appuntamento con i nostri ospitanti era in Rio Canaregio, al Ponte dei Tre Archi.

Domenica 1 settembre, finalmente, la gran parata in Canal Grande, nel corteo delle associazioni sportive e delle barche storiche, che precede la Regata storica vera e propria, con gli atleti che si contendono le bandiere premio a bordo di mascarete, caorline, gondolini.

Lunedì 2, partiti gli inglesi, è iniziato in solitaria il rientro della Gondola, sulla tratta Laguna sud di Venezia-Riviera del Brenta-Padova-Battaglia, a completamento dell’anello, senza però dimenticare di partecipare nel frattempo lungo il percorso ad un altro evento importante, rievocativo, “La Riviera fiorita” , la prossima domenica 8 settembre.

Quanto sopra la sintetica, e fredda, cronologia.

Alzaremi in gondola davanti alla Madonna della Salute – Venezia.

In realtà l’esperienza di questo Grand Tour “Le vie dei barcari” è stata ricchissima di incontri, situazioni, opportunità, che hanno dato la dimensione concreta di cosa è oggi la navigazione interna, di cosa doveva essere un tempo.

Il tutto ha contribuito a dare risalto al nostro Museo, vero scrigno culturale, fondamentale per comprendere la realtà economica, ambientale, sociale dell’area percorsa.

Ha colpito, e fa riflettere, che i primi 50 chilometri, fino a Brondolo, non si sia incontrato un essere umano a bordo di imbarcazione. Il tratto (da manutenere: circa 10 alberi in acqua), non è male. Anzi, è affascinante. Eppure non è praticato. E’ una opportunità straordinaria per sviluppare nuovi percorsi per il turismo fluviale. Per il 2020 il Museo si impegna a far riprendere la navigazione di barche, come un tempo quando risalivano fino alla banchina del Museo, sbarcando i visitatori.

A Pontelongo è stato interessante incontrare il locale albergatore Siviero, conosciuto come “Lazzaro”. Un tempo, a Pontelongo, oltre al cambio dei cavalli, veniva offerto proprio dalla famiglia “Lazzaro” anche il cambio dei vestiti, inzuppati d’acqua per la pioggia. Barcari e cavallanti li ritrovavano lavati, stirati e piegati al successivo passaggio. Anche all’epoca l’economia dei servizi era ben sviluppata.

A Ca’ Bianca il titolare del locale bar, il Sig. Altafini (parente alla lontana del famoso calciatore, il cui ramo della famiglia emigrò dal Veneto in Brasile) ricordava la fila chilometrica dei carrettini, degli agricoltori, carichi di barbabietole da imbarcare per Pontelongo. Il tutto è finito nel dopo guerra, con l’asfalto e i primi camioncini che facevano il trasporto su strada. E’ l’inizio della fine della epopea della Navigazione interna commerciale.

A Portosecco l’incontro con il Re del remo “Ciaci” Sergio Tagliapietra è stato illuminante per comprendere il nesso tra una attività, oggi considerata sportiva e ludica (gondolieri veneziani a parte) , la voga alla veneta (o alla veneziana),  ed il lavoro in barca di un tempo.

Ha raccontato “Ciaci” che lavorava come pescatore di laguna, a bordo della sua caorlina. Ogni giorno doveva portare il pescato al mercato. A remi. Chi prima arrivava prima vendeva il pesce, e al miglior prezzo. In sostanza, con qualsiasi tempo, Ciaci si faceva una doppia Vogalonga (32 chilometri per due) a remi, per trasportare il carico di qualche quintale. E’ stato un allenamento naturale, che gli ha permesso di affinare la tecnica. Quando ha vinto l’ultima Regata storica aveva 52 anni!

Al Museo abbiamo dei remi pesanti trenta chili, utilizzati sui burci privi di motore.

Molto interessante è stata la visita al Museo della Laguna sud di Chioggia, e a quello di Pellestrina, scrigni di saperi “barcari” che integrano bene le conoscenze offerte dal nostro Museo.

A Chioggia, Pellestrina, Venezia, si toccano con mano, ancora, gli squeri in attività, ossia i cantieri per la costruzione di imbarcazioni, tradizionali o moderne. Uno squero su tutti, quello “Casaril”, il più vecchio squero navale in attività. Attualmente ospita il Trabaccolo Concordia, altro ultra-centenario. Purtroppo lo storico squero navale Casaril è oggetto di pressioni, per mandarlo altrove, con il pretesto degli adeguamenti alle normative. Anche il Trabaccolo Concordia non è più fortunato. TVB si è impegnata a sostenere una parte delle spese di alaggio. Entrambi sono straordinarie testimonianze vive di storia, che in altri paesi beneficerebbero di maggiore valorizzazione. Vanno preservate.

Lo squero navale Casaril con Trabaccolo Concordia.

Infine, non va dimenticata la dimensione della natura. Le buone condizioni climatiche favoriscono la navigazione. Ma come facevano, in caso di buriana, senza un cellulare o una radio per lanciare l’SOS ed avvisare la Guardia costiera (sempre che all’epoca esistesse)? E’ avvenuto lunedì 2 settembre, poco dopo l’inizio del percorso di rientro, quando un improvviso rapido cambio climatico in Laguna ha portato vento intenso e sollevato le onde, facendo scarrocciare e rendere ingovernabile la Gondola. Nulla di drammatico (l’esperienza serve a qualcosa), ma fondamentale è la solidarietà tra i naviganti, sempre enfatizzata dai vecchi barcari.

Calmatasi, la natura torna ad essere me-ra-vi-glio-sa. Orizzontarsi nella laguna aperta, direzione Fusina-conca di Moranzani, senza utilizzare bussole o gps, ma solo traguardando l’orizzonte, puntando a est, verso la sagoma dei Colli Euganei (a conferma dello storico legame Colli-Venezia), nel solco del riverbero sull’acqua del sole che sta per tramontare, al suono regolare dello sciabordio di scafo e remi, è una esperienza unica, totalizzante, che conferma la liricità, sempre reclamata da Riccardo Cappellozza, del mestiere del barcaro, il mestiere dai mille mestieri, anche poeta.

La navigazione fluviale non è finita, ma continua.

Vieni a conoscere altre storie al Museo della Navigazione Fluviale di Battaglia Terme.

Maurizio Ulliana

presidente TVB – Traditional Venetian Boats – Barche Venete Tradizionali